Adolescenti estivi

Giocavamo a farci male, mentre mi spegnevo sotto ad un bicchiere di cristallo, ma tu non ti facevi nulla. E allora mi sono addormentato con le saracinesche che si abbassavano sugli occhi e poco lontano suonavano Chopin. Più andavano calando le note, più sentivo il caldo devastarmi le tempie. Mentre scendevo quei settanta gradini di pietra sentivo le gocce di sali minerali che non avrei mai più avuto indietro, solcarmi la faccia. Una prostituta dai portici mi guardava e immerso nei suoi occhi neri me ne andavo, saltando da una stella all’altra nell’immensitá di tutte le mie galassie interiori. Le supposizioni sulla grandezza dell’universo e i campi nomadi nei pressi delle stazioni non ci stupiranno più. Sono arrivato all’ultimo gradino, da solo, il mio braccio non ti serve più. Attraversavo questa squallida cittá che conosco a memoria nel buio più assoluto delle notti d’Agosto. non c’è nessuno nel raggio di ottanta chilometri, e non ci sará più nessuno quando oltre i cento sarò di nuovo a casa.

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