Saltando da una stella all’altra, percorro tutte le mie galassie interiori. Ma la luce della lanterna non basta, quando sull’asfalto del mercato, ormai addormentato, prendono forma i temporali. Che ci la lavano la bocca come un colluttorio, per cancellare tutti i graffi che ci spaccano il palato e non ci fanno dormire. E dimagrire, chiedendosi che ne sará di noi, quando tra vent’anni ci saremo omologati e assicurati, come le nostre automobili, come i nostri rapporti umani. Ogni dieci passi da queste parti si spara un colpo, per tenere a debita distanza le persone. Che come le prostitute non si concedono a gratis. Sono dieci giorni che cerco di avvicinarmi a me e a te, su un pianeta molto piccolo ai limiti di un sistema solare con due soli avevo pensato di averti vista. Ma poi mi ero sbagliato. Continuo a camminare nel silenzio della notte e nel vuoto dell’universo. Ogni centocinquanta metri un semaforo per semplificare le classiche attivitá degli uomini. Così futili. Poi iniziano a lampeggiare e nel caos io non trovo i cerotti, non trovo più la mia ombra e la mia scrittura